Indipendentemente dalla rilevanza delle esperienze comunicate, affinchè un articolo medico-chirurgico sia scientificamente corretto, la forma e la strutturazione del contenuto devono rispettare regole ben precise. Nell’ auspicio di fare cosa gradita (è utile), soprattutto ai lettori più giovani, questa rubrica periodica illustrerà in dettaglio l'arte del saper scrivere in medicina e chirurgia.
Secondo l’International Committee of Medical Journal Editors (ICMJE), una rivista scientifica peer reviewed è una rivista il cui editore invia la maggior parte degli articoli su argomenti di ricerca che verranno poi pubblicati a esperti esterni al giornale stesso per essere sottoposti a revisione 1. Numero, tipo di manoscritti da inviare a revisione, numero dei reviewer, le procedure di revisione e l’uso che viene fatto della opinione espressa dai reviewer possono variare da rivista a rivista. Nell’interesse delle regole di trasparenza, ogni rivista scientifica dovrebbe pubblicamente rendere note le proprie politiche editoriali in quella sezione definita “istruzioni per gli autori”. Come è stato scritto nell’introduzione di questa rubrica 2 i giornali medici peer reviewed devono, quindi, accettare per la pubblicazione solo articoli che siano stati controllati da uno o più revisori che, solitamente, devono essere contraddistinti da esperienza, indipendenza ed anonimato. Ma cosa è, in dettaglio, il processo di peer review? Questo è un processo di screening cui vengono sottoposti i manoscritti inviati ad una rivista scientifica ma anche i progetti di ricerca per cui si richiedano finanziamenti. Tale procedura di revisione incoraggia gli autori
ad attenersi agli standard di riferimento editoriali per quella determinata disciplina, in modo da evitare - o meglio prevenire - la disseminazione di dati irrilevanti, affermazioni ingiustificabili, interpretazioni inaccettabili e opinioni personali. Tutte le pubblicazioni che non sono sottostate ad un processo di peer review dovrebbero, conseguentemente, essere sempre guardate con diffidenza da parte di ricercatori e professionisti del settore. Sempre citando le linee guida del ICMJE, il processo di peer review è una valutazione critica, indipendente, scevra da bias di un articolo scientifico, che deve essere vista come parte intrinseca di ogni progetto di ricerca, tale da essere inclusa nello stesso protocollo scientifico 1. Ed è così che deve essere avvertita da ogni ricercatore che invii un proprio manoscritto per la pubblicazione: come una importante estensione di tutto il processo scientifico che caratterizza il proprio lavoro. La valutazione critica dei manoscritti inviati per una pubblicazione sarà sempre effettuata da esperti che non fanno parte dello staff editoriale. Il processo di peer review da un lato aiuta gli editori a decidere quale manoscritto sia adatto per la pubblicazione sulle loro riviste, dall’altro aiuta sia gli autori che gli editori nel loro sforzo di migliorare qualità e livello delle presentazioni mediche a stampa.
Si è già accennato all’importanza della medicina basata sulla evidenza (evidence-based medicine - EBM *) 2 mentre dell’evidenza scientifica di un lavoro pubblicato si tratterà più estesamente nell’ambito della ricerca bibliografica. È qui importante ricordare che più un lavoro originale si collocherà nella parte alta del ranking rappresentato dalla Oxford Hierarchy of Evidence (Tabella I) maggiori saranno le possibilità che venga accettato da una rivista peer reviewed, fatte salve la bontà della impostazione metodologica del lavoro e la corretta presentazione dei dati. Implicito che il processo di revisione editoriale tenda sempre a favorire i lavori originali con un elevato livello di evidenza rispetto a tutti gli altri. Al livello di evidenza fa riscontro il grado di raccomandazione del lavoro scientifico (Tabella II). Come si vede sono le review sistematiche, le meta-analisi e i trial randomizzati controllati ad occupare le posizioni di maggior rilievo. Questi rappresentano anche le tipologie di lavoro di ricerca e di manoscritto rispettivamente più complesse da portare a termine e da stendere.
La tipologia di un manoscritto può essere molto differente. La maggior parte delle riviste che fanno parte del ICMJE accetta per la pubblicazione:
Sarà bene soffermarsi su ognuno di questi contributi perché non comprendere la loro esatta natura espone al rischio di un rifiuto da parte dell’editore. Certamente la Lettera all’Editore è il contributo più semplice da inviare ad una rivista. Questo contributo deve però rispettare un criterio di timing molto preciso, sia che rappresenti un commento ad un articolo precedentemente pubblicato su una rivista sia che voglia essere una comunicazione su qualcosa di nuovo di cui si vuole mettere a conoscenza la comunità scientifica, anche se non si è in grado di fornire dati completi se non definitivi. Il commento ad un articolo pubblicato deve giungere all’editore entro il mese di pubblicazione dell’articolo stesso sul giornale. È possibile che, se un articolo ha suscitato in qualche lettore la necessità di scrivere un commento, ne possa aver stimolati in tal senso degli altri. L’editore si dà un tempo per raccogliere tutti i commenti ricevuti (sempre sotto forma di Lettere all’Editore) e invia, quindi, tutti i commenti all’autore dell’articolo per una sua risposta prima di pubblicare sia le Lettere all’Editore che la risposta dell’autore su uno stesso numero della rivista in uscita, generalmente, dopo qualche mese. La necessità di rispondere ad un timing preciso vale anche per le lettere che comunichino qualcosa di innovativo: il momento in cui inviarle è quando ancora nessun report sull’argomento è stato mai pubblicato in letteratura. Solo ciò renderà interessante per la propria originalità e degna pertanto di pubblicazione la Lettera all’Editore. L’Editoriale è un articolo su un tema di particolare attualità, scritto da un esperto riconosciuto nel settore. Può essere lo stesso editore a commissionare il manoscritto o può essere un esperto del settore che lo invia spontaneamente. Per sua natura un editoriale può essere sia super partes che di parte, esprimendo in quest’ultimo caso la personale opinione o punto di vista dell’autore. Quando l’Editoriale non viene commissionato, colui che invia tale manoscritto dovrà essere certo del grande interesse che il tema trattato o le argomentazioni riportate suscitano o possono suscitare nel lettore in quel determinato momento storico. I manoscritti su lavori scientifici originali una volta pubblicati rappresentano il nucleo centrale di ogni rivista medico-chirurgica. Si basano sulla presentazione di:
Level | Therapy / Prevention >Aetiology / Harm |
Prognosis | Diagnosis | Differential diagnosis / >symptom >prevalence study |
Economic and >decision analyses |
1a | SR (with homogeneity) >of RCTs |
SR (with homogeneity) of inception cohort studies; CDR validated in different populations | SR (with homogeneity) of Level 1 diagnostic studies; CDR with 1b studies from different clinical centres | SR (with homogeneity) of prospective cohort studies | SR (with homogeneity) of Level 1 economic studies |
1b | Individual RCT (with narrow Confidence Interval) | Individual inception cohort study with > 80% follow-up; CDR validated in a single population | Validating cohort study with good reference standards; or CDR tested within one clinical centre | Prospective cohort study with good followup | Analysis based on clinically sensible costs or alternatives; systematic review(s) of the evidence; and including multi-way sensitivity analyses |
1c | All or none | All or none caseseries | Absolute SpPins and SnNouts | All or none caseseries | Absolute better-value or worse-value analyses |
2a | SR (with homogeneity) of cohort studies | SR (with homogeneity) of either retrospective cohort studies or untreated control groups in RCTs | SR (with homogeneity) of Level > 2 diagnostic studies | SR (with homogeneity) of 2b and better studies | SR (with homogeneity) of Level > 2 economic studies |
2b | Individual cohort study (including low quality RCT; e.g. < 80% follow-up) | Retrospective cohort study or follow-up of untreated control patients in an RCT; derivation of CDR or validated on splitsample only | Exploratory cohort study with good reference standards; CDR after derivation, or validated only on split-sample or databases | Retrospective cohort study, or poor followup | Analysis based on clinically sensible costs or alternatives; limited review(s) of the evidence, or single studies; and including multi-way sensitivity analyses |
2c | "Outcomes" Research; Ecological studies | "Outcomes" Research | Ecological studies | Audit or outcomes research | |
3a | SR (with homogeneity) of case-control studies | SR (with homogeneity) of 3b and better studies | SR (with homogeneity) of 3b and better studies | SR (with homogeneity) of 3b and better studies | |
3b | Individual Case - Control Study | Non-consecutive study; or without consistently applied reference standards | Non-consecutive cohort study, or very limited population | Analysis based on limited alternatives or costs, poor quality estimates of data, but including sensitivity analyses incorporating clinically sensible variations | |
4 | Case-series (and poor quality cohort and case-control studies) | Case-series (and poor quality prognostic cohort studies) | Case-control study, poor or nonindependent reference standard | Case-series or superseded reference standards | Analysis with no sensitivity analysis |
5 | Expert opinion without explicit critical appraisal, or based on physiology, bench research or "first principles" | Expert opinion without explicit critical appraisal, or based on physiology, bench research or "first principles" | Expert opinion without explicit critical appraisal, or based on physiology, bench research or "first principles" | Expert opinion without explicit critical appraisal, or based on physiology, bench research or "first principles" | Expert opinion without explicit critical appraisal, or based on economic theory or "first principles" |
A | consistent level 1 studies |
B | consistent level 2 or 3 studies or extrapolations from level 1 studies |
C | level 4 studies or extrapolations from level 2 or 3 studies |
D | level 5 evidence or troublingly inconsistent or inconclusive studies of any level |
tecnologie mediche. Sono da considerare la modalità di evidenza scientifica più affidabile in quanto tendono ad eliminare sia casualità spurie che altri bias. Vengono generalmente utilizzati in campo clinico e sono contraddistinti dall’assegnazione random (casuale) dei vari trattamenti in esame tra i soggetti selezionati per lo studio. È importante che coloro che decidono di eseguire un RCT provvedano alla sua preliminare registrazione. I giornali membri del ICMJE richiedono dal 2004/2005, quale condizione per la pubblicazione, che i RCT siano registrati in un registro pubblico dei trial clinici e che, pertanto, abbiano un numero di registrazione. Non è necessario registrare il RCT in un registro in particolare, tuttavia il registro scelto dovrà rispondere a determinati requisiti quali, in primo luogo, la sua accessibilità al pubblico e la sua gratuità, ovvero essere gestito da una organizzazione no-profit (ad es. ClinicalTrials.gov - https:// register.clinicaltrials.gov). Qualora non registrato, anche uno studio ben eseguito e presentato corre il rischio di non essere preso in considerazione dall’editor della rivista. I trial non randomizzati controllati (non-randomized controlled trial - NRCT) possono essere sia prospettici che retrospettivi, con i secondi contraddistinti da valenza minore; gli NRCT sono principalmente: – Cohort study, definiti anche panel study, sono studi longitudinali di tipo sia prospettico che retrospettivo. La coorte è un gruppo di individui o di pazienti che condividono una stessa esperienza (trattamento) o presentano delle comuni caratteristiche. In uno studio di coorte prospettico la coorte in studio viene definita prima di iniziare la raccolta dei dati. In uno studio di coorte retrospettivo il gruppo viene definito dopo che i dati sono stati raccolti (ad es. studio sulla mortalità a lungo termine in pazienti sottoposti ad una definita procedura chirurgica). Nello studio prospettico la coorte di pazienti viene seguita in una unità di tempo e i risultati (ad es. se l’esposizione ad una particolare sostanza abbia provocato una certa malattia) paragonati a quelli di un gruppo di controllo (ad es. la popolazione generale) o di un cross-sectional study. Dal punto di vista della analisi statistica dei dati, negli studi di coorte prospettici questi dovrebbero essere riassunti con il rischio relativo (relative risk - RR **) mentre negli studi di coorte retrospettivi dovrebbero essere riassunti con il calcolo della odds ratio **. – Studi case-control, una tipologia di studi epidemiologici utilizzata generalmente per identificare dei fattori che possano contribuire ad una data condizione medica mediante la comparazione tra un gruppo di pazienti esposto o collegato con questa condizione e un altro gruppo di pazienti non esposti o non collegati a questa condizione. Il più famoso di questi studi è stato, sicuramente, quello di Richard Doll che ha consentito di dimostrare la relazione tra fumo e cancro del polmone 3. Gli studi case-control, quindi, riguardano soggetti che hanno già avuto una determinata malattia o con una specifica condizione clinica e analizzano retrospettivamente se tali soggetti presentino una o più caratteristiche che li differenzino dai soggetti che non hanno contratto detta malattia o sono senza quella specifica condizione clinica. – Case series, sono un gruppo o una serie di singoli case report in cui i soggetti coinvolti hanno tutti ricevuto lo stesso trattamento. Non comprendono un gruppo di controllo, sono contraddistinti (dovrebbero essere contraddistinti!) da un risultato di particolare interesse e contengono informazioni dettagliate circa i singoli pazienti studiati incluse tutte le informazioni demografiche, la diagnosi, il trattamento, la risposta al trattamento e il follow-up dopo un determinato trattamento.
** Il rischio relativo (relative risk - RR) misura l’associazione
fra l’esposizione ad un particolare fattore di rischio e
l’insorgenza di una definita malattia, calcolata come il rapporto
fra i tassi di incidenza negli esposti (numeratore) e nei
non esposti (denominatore); un RR = 2 significa che il tasso
di incidenza di una determinata malattia in soggetti esposti è
due volte superiore a quello dei non esposti. Con il termine
inglese odds in statistica si intende il rapporto tra la probabilità
p di un evento e la probabilità (1-p) dell'evento complementare;
se il valore dell'OR è uguale a 1, il fattore di rischio
è ininfluente sulla comparsa dell’evento (ad es. malattia),
se il valore dell'OR è maggiore di 1, il fattore di rischio
è o può essere implicato nella comparsa dell’evento, se il
valore dell'OR è minore di 1 il fattore di rischio in realtà
previene l’evento (ad es. è una difesa contro una malattia).
Review sistematiche e meta-analisi vengono spesso confuse tra loro. Rappresentano insieme ai RCT gli studi con maggior livello di evidenza medica e hanno un elevato grado di raccomandazione. Le prime sono articoli in cui l’autore ha sistematicamente ricercato, valutato e riassunto tutta la letteratura medica su uno specifico argomento. La meta-analisi è invece una review sistematica in cui l’autore utilizza dei metodi quantitativi per riassumere i risultati. A loro volta le meta-analisi possono impiegare metodi quantitativi per analizzare i dati complessivi dei vari RCT presi in considerazione o per analizzare i dati individuali di ogni RCT preso in considerazione (più elevato livello di evidenza). Il Case Report è la presentazione di un singolo caso clinico di particolare interesse o trattato con una procedura o una cura con esito interessante per la comunità scientifica. Invece di un caso clinico nella sua interezza, alcuni giornali pubblicano immagini diagnostiche, anatomico-chirurgiche che mostrino o dimostrino qualcosa di interessante per la sua peculiarità, rarità o esemplarità. Alcune riviste tuttavia seguono una policy editoriale molto restrittiva nei riguardi dei case report, preferendo non pubblicarli o selezionandoli con molta accuratezza, limitando così la loro pubblicazione. Seguire le linee guida per la stesura di trial randomizzati, studi osservazionali, review sistematiche e meta-analisi è fondamentale perché il manoscritto superi il processo di peer review. Le fonti cui si può attingere per avere le linee guida principali sono riportate nella Tabella III. Si può fare riferimento anche a quanto scritto nella rubrica di medical writing precedentemente pubblicata su questa rivista 2. Nelle Istruzioni per gli Autori ogni rivista medica informa con quale stile deve essere redatta la lista dei riferimenti bibliografici e devono essere fatte le citazioni nel testo degli stessi. Attenervisi è norma buona ed evita superflue richieste di correzioni da parte del reviewer. Esistono due tipologie differenti di stili per compilare la lista dei riferimenti bibliografici e citarli nel testo: il Vancouver style e l’Harvard system. Il Vancouver style segue le linee guida dei Uniform Requirements for Manuscripts Submitted to Biomedical Journals. Il riferimento nel testo deve essere citato in numeri arabi tra parentesi tonde e nella lista dei riferimenti bibliografici questi devono seguire l’ordine progressivo apparso nel testo. L’Harvard system prevede, al contrario, che nel testo venga citato tra parentesi tonde nome dell’autore ed anno di pubblicazione del lavoro. Nella lista dei riferimenti bibliografici questi dovranno seguire l’ordine alfabetico dei nomi dei primi autori di ogni articolo citato nel testo 4. Per informazioni più dettagliate su come stilare la lista dei riferimenti bibliografici (articoli originali, capitoli di libri, articoli elettronici, articoli su supporti non cartacei tipo CD-DVD) si rimanda alle linee guida del ICMJE 1 e alla rubrica sulla ricerca bibliografica di prossima pubblicazione.
Dopo aver inviato un manoscritto ogni autore dovrà
aspettare un lasso di tempo prima di ricevere una risposta
dall’editore della rivista scientifica. Questo lasso
di tempo, necessario per il completamento della revisione
da parte di esperti della materia, varia ma oggi
si è accorciato grazie all’impiego della tecnologia
informatica. Tutto il processo di peer review, difatti,
avviene per le maggiori riviste mediche on-line con
delle deadline prefissate dall’editore e il cui rispetto
Linee Guida | Tipo di Studio | Fonte |
CONSORT | Randomized Controlled Trial | htpp://www.consort-statement.org |
STARD | Studi di Accuratezza Diagnostica | htpp://www.consort-statement.org/stardstatement.htm |
QUOROM | Review Sistematiche e Meta-analisi | htpp://www.consort-statement.org/Initiatives/MOOSE/moose.pdf |
STROBE | Studi Epidemiologici Osservazionali | htpp://www.strobe-statement.org |
MOOSE | Meta-analisi di Studi Epidemiologici Osservazionali | htpp://www.consort-statement.org/Initiatives/MOOSE/moose.pdf |
viene generalmente garantito dal reviewer una volta
accettato l’incarico.
La lettera ricevuta dall’editore ha carattere confidenziale
e conterrà i commenti dei diversi reviewer, la
cui identità è generalmente mantenuta anonima. La lettera
conterrà anche la decisione dell’editore che potrà
essere, di volta in volta, di accettazione del lavoro, di
accettazione dello stesso dopo effettuazione di alcune
modifiche come da commenti dei revisori, oppure di
rifiuto del manoscritto. In quest’ultimo caso saranno
normalmente indicate le ragioni della decisione.
Se il manoscritto viene accettato così come è stato
inviato, la corretta impostazione scientifica, la sua originalità,
l’interesse che può suscitare nel lettore sono
stati premiati. Ciò su cui è importante soffermarsi a
trattare più approfonditamente è il come comportarsi
in caso di una risposta differente da parte dell’editore.
Se l’editore ha trovato interessante il manoscritto ritenendolo,
però, adatto per la pubblicazione solo una
volta apportate delle modifiche come suggerito dai revisori,
bisogna leggere attentamente i commenti fatti
da questi ultimi.
Per prima cosa è importante osservare una regola fondamentale:
nessun commento, qualunque esso sia, dovrà
essere preso personalmente. Sia l’editore che i reviewer
stanno cercando esclusivamente di migliorare il manoscritto
inviato in modo da renderlo non solo più corretto
dal punto di vista scientifico e, quindi, di alta qualità, ma
anche più appetibile per il lettore della rivista.
Dal punto di vista pratico, una accettazione provvisionale
del lavoro in attesa di correzioni, modifiche,
implementazioni o soppressioni di alcune sezioni dello
stesso comporta, da parte dell’autore, un duplice impegno
al fine di ottenere l’accettazione definitiva:
– rinviare il manoscritto nei tempi più brevi con le
modifiche auspicate;
– rispondere ai commenti fatti dai revisori e/o dall’editore,
spiegando come siano state apportate le modifiche
richieste o, se non, perché non si è ritenuto
opportuno eseguirle.
Esistono delle regole che è conveniente seguire nell’espletare
questi due compiti. Dopo aver letto attentamente
tutti i commenti non è consigliabile rispondere
immediatamente anche e soprattutto se si ha un pensiero
differente in tutto o in parte. È importante digerire i
commenti, in un certo senso farli propri, mettendosi dalla
parte di colui che li ha fatti. Ciò consentirà di rivedere
il lavoro con occhio più critico e faciliterà l’esecuzione
di quei cambiamenti che - e questo deve essere dato per
scontato - consentiranno di migliorarne la qualità.
A questo punto si è pronti per rispondere all’editore,
non bisogna frapporre altro tempo; lo si deve fare sempre
in tono educato, senza mettersi in opposizione o
sulla difensiva perché non solo non è necessario ma è
anche controproducente. Come detto, il processo di
peer review deve essere visto come una estensione del
lavoro di stesura di un manoscritto prima della sua pubblicazione
su una rivista scientifica e tutti i componenti
di questa “filiera” devono sentirsi dalla stessa parte.
Tutti i suggerimenti che si ritiene da subito giusti per
migliorare il lavoro devono essere fatti propri e le modifiche
effettuate prontamente. Sugli altri si deve essere
pronti a discutere in maniera analitica. La risposta deve
essere stesa elencando tutti i commenti punto per punto
e spiegando le ragioni del proprio pensiero qualora
questo fosse in disaccordo con quello dei revisori.
Non è detto che si debba accettare supinamente
qualunque commento e conseguentemente modificare
il manoscritto. Se si ritiene, tuttavia, di non doverlo fare
bisogna motivare le ragioni nella risposta all’editore.
Le motivazioni dovranno essere supportate, se possibile,
da referenze bibliografiche. Sarà, infatti, difficile
che un editore accetti il punto di vista dell’autore solo
in quanto tale. La necessità di fare riferimento a delle
voci bibliografiche che supportino le nostre tesi vale
ancor di più se si ritiene che le argomentazioni del revisore
siano errate. Solo allora sarà possibile difendere
con fermezza la propria posizione.
Se le argomentazioni saranno lunghe, la risposta
sarà conseguentemente lunga. Questo non disturberà
mai un editore: non vi sono limiti di spazio se questo
viene utilizzato facendo giuste considerazioni ed esponendo
“fatti” difficilmente obiettabili.
Talvolta l’editore, sia per rendere più incisivo il manoscritto,
sia per pure ragioni editoriali, potrà chiedere
di accorciare, anche considerevolmente, il testo. In
questo caso è importante attenersi a quanto richiesto e
non sentirsi troppo attaccati alle proprie parole: è quasi
sempre possibile ridurre il testo di un proprio manoscritto.
Tra l’altro aiuta a migliorare le proprie capacità
di sintesi. In molti giornali medici di rilievo lo spazio è
realmente limitato ed è mantenuto tale proprio per
consentire un numero più alto di lavori pubblicati: la
certezza della pubblicazione di un proprio lavoro su
una rivista prestigiosa vale il prezzo dei tagli che ci è
stato richiesto di effettuare.
A volte, in caso di commenti ricevuti da più di un
revisore, questi potrebbero essere in disaccordo tra loro:
sarà l’autore a scegliere quale dei commenti seguire.
Nella sua risposta all’editore dovrà menzionare la difformità dei commenti
ricevuti e le eventuali ragioni che lo hanno spinto ad optare per l’uno o per l’altro.
Di fondamentale importanza è che quanto esposto
nella propria risposta all’editore corrisponda esattamente
a quanto è stato fatto (le modifiche apportate)
sul proprio manoscritto revisionato, così come non
venga trascurato uno o più commenti dei revisori. L’incompletezza
della propria risposta e nell’apportare le
modifiche richieste o la scarsa accuratezza nel rispondere
ai commenti e ai quesiti posti dall’editore sono alla
base di un rifiuto del proprio lavoro.
Può capitare che un manoscritto venga respinto subito.
Per questa decisione possono esservi diverse ragioni.
Ancora una volta è utile ricordare che non si deve
prendere la cosa personalmente: le ragioni possono
essere infatti lungi dalla cattiva qualità del manoscritto.
Questo può essere inviato in un periodo storico
“sbagliato”: quando già analoghi manoscritti (sullo
stesso argomento, con identici risultati) sono stati ricevuti
dall’editore e da questi già accettati. In questi casi
l’editore potrebbe ritenere non interessante per il proprio
lettore la pubblicazione a brevissimo termine di
lavori che nulla apportano in termini di novità o di numeri
a quanto già pubblicato sullo stesso giornale.
Se l’editore ritiene che il manoscritto ricevuto non sia
adatto al taglio editoriale della rivista o addirittura non
risponda a quelli che sono i campi di interesse della stessa
non vi è possibilità alcuna di farlo ritornare sulle proprie
posizioni ancorché il nostro manoscritto sia ritenuto
brillante. Non si deve perdere tempo ma si deve inviare
immediatamente il manoscritto ad un’altra rivista, questa
volta ponendo maggior attenzione alla tipologia della
stessa in modo da non incorrere nello stesso errore 2.
Se le ragioni che hanno portato l’editore di una rivista
medica a respingere un manoscritto sono diverse da
quelle menzionate sopra ma si è convinti che il proprio
lavoro meriti comunque di essere pubblicato, ancora
una volta non è bene perdere tempo e si deve indirizzare
subito il lavoro ad altro giornale: i dati riportati,
proprio per il trascorrere del tempo, possono risultare
meno interessanti se non superati, facendo diminuire
ancor di più le chance di vedere il proprio lavoro pubblicato.
In questi casi bisogna tener presente che alcune
riviste ad alto Impact Factor (IF) hanno criteri e livelli
di selezione molto rigidi. Questi sono basati sulla
evidenza e sulla precedenza nella pubblicazione degli
studi randomizzati piuttosto che di quelli osservazionali.
Se non si è sicuri dell’elevato livello di evidenza
del lavoro alla base del nostro manoscritto, ancorché
consapevoli del suo significato clinico e della sua corretta
impostazione, è più saggio inviare il lavoro ad
una rivista con un minor IF, aumentando conseguentemente
le possibilità di una sua accettazione.
Poiché è difficile che l’editor di una rivista specialistica
possa essere esperto in tutti i settori di una determinata
disciplina, questi si avvarrà quasi sempre di
uno o più revisori per valutare la qualità di un manoscritto.
L’accettazione del manoscritto verrà comunque
decisa dall’editor ma il parere dei revisori lo aiuterà in
questo compito e ha senza dubbio un peso rilevate all’interno
del processo decisionale.
Il compito di un reviewer è quindi delicato e importante.
Fondamentale è la sua puntualità nell’eseguire la
revisione. Al momento in cui il revisore viene (oggi
tramite e-mail) contattato dall’editore per eseguire una
review, questi deve onestamente dichiarare che è in
grado di effettuarla:
– perché trattasi di manoscritto che cade nell’ambito
della propria expertise;
– perché avrà la possibilità di svolgere il suo compito
nei tempi editoriali richiesti.
Non è possibile che il revisore demandi a sua volta
il compito affidatogli a una terza persona. Qualora per
un motivo qualunque (incluso il conflitto di interessi)
il revisore non si ritenga in grado di eseguire la review
al meglio e nei termini, questi declinerà l’invito. Declinare
spiegandone la ragioni non comprometterà mai il
rapporto di fiducia tra reviewer ed editor, attestando,
anzi, la serietà con cui il revisore prende in considerazione
il proprio compito!
La maggior parte delle riviste mediche di impatto
consente sia l’invio on-line di manoscritti che la revisione
on-line degli stessi. Questo ha accorciato i tempi
globali che intercorrono tra l’invio del lavoro e la sua
eventuale pubblicazione e ha anche reso più semplice il
lavoro del revisore. La Tabella IV mostra un modulo di
valutazione elettronica correntemente usato da una importante
rivista chirurgica ad alto IF in cui il reviewer
sommarizza tutte le caratteristiche del manoscritto,
dando un voto complessivo allo stesso e suggerendo se
questo dovrà essere accettato, revisionato o respinto.
All’interno della scheda di valutazione on-line esistono,
poi, altre 2 sezioni: quella dei commenti riservati all’editore
e quella dei commenti riservati all’autore del manoscritto.
È quest’ultima sezione che sarà girata dall’editore
all’autore in maniera anonima così come è stato
precedentemente trattato. La struttura dei commenti siaquelli riservati all’editore che quelli per l’autore è simile.
Nei primi il revisore, qualora dovesse avere dei dubbi
sulla impostazione od esecuzione della ricerca alla
base del lavoro scritto, se non addirittura sulla veridicità
dei dati riportati o anche più semplicemente su figure,
tabelle o sui metodi come descritti nel lavoro, dovrà
manifestarli all’editore cui spetterà il compito di
prendere per buone le critiche o di approfondire ulteriormente
la valutazione del manoscritto.
Please answer the questions. In areas in which you find the paper deficient, please make the appropriate comments to the authors in the appropriate text box below